
KATAMARAN
Le origini della vela: il catamarano
La doppia piroga è presente sin dalle origini della navigazione a vela nel Pacifico. Il “multiscafo” da 4.000 anni è l’imbarcazione delle genti che popolano la Micronesia, la Melanesia, la Polinesia e la Nuova Zelanda.
Da 2.000 o 3.000 anni il catamarano serve per la sopravvivenza degli abitanti di migliaia di isole, spesso minuscole, impegnati a pescare e a trasportare pesce, banane, cocco e patate.
All’origine di queste imbarcazioni c’era la canoa monoxile, ricavata scavando un tronco d’albero. Successivamente venne la necessità di stabilizzare questo mezzo primitivo unendo due scafi. Ebbero così origine la doppia piroga e la piroga a bilanciere. Le tecniche costruttive spaziano dall’incastro, all’incollaggio, alla legatura, usando fibre naturali: lino, cocco, canapa.
Il “Proa” in Micronesia è una imbarcazione molto stabile con un solo bilanciere. Il bilanciere, più che un secondo scafo è un galleggiante di ridotte dimensioni. Quando il bilanciere si trova sopravento contribuisce al raddrizzamento dello scafo col proprio peso; se si trova sottovento, invece, immergendosi, fornisce la spinta al galleggiamento. Anche le chiglie dei primi “proa” conosciuti, erano ottenute scavando e rifinendo un tronco d’albero.
Nelle Filippine e più in generale nell’Indonesia, invece, si preferisce l’uso del doppio bilanciere, con una conformazione simile a quella del moderno trimarano. I bilancieri sono molto robusti e l’alberatura è costituita da una vela quadrangolare, sostenuta da un traliccio di tre canne, unite alla sommità.
I catamarani moderni sono velocissimi. I gusci del multiscafo, grazie alla forma affusolata e alle entrate fini, provocano la formazione di onde molto basse, quindi di scarsa resistenza. Infatti l’energia velica spesa nella inevitabile formazione delle onde varia in maniera proporzionale alla loro lunghezza e alla loro altezza. La larghezza dei due scafi separati, inoltre, consente un’elevata stabilità, tale da sopportare grandi superfici veliche. Oggi è facile spiegare, ma, i Polinesiani, lo avevano già capito qualche migliaio di anni fa! Già Cook, al suo passaggio a Tahiti e alle Hawai ne vide molti esemplari.
In occidente la cultura nautica accetta i primi catamarani solo nella seconda metà del 1900. A partire dal 1972 i multiscafi si dimostrano le imbarcazioni capaci di raggiungere le maggiori velocità assolute anche in occidente. In quell’anno il “Crossbow I” , lungo 28 metri, con 90 metri quadri di vela, supera i 26 nodi con circa 19 nodi di vento e ottiene il record mondiale di velocità a vela. Da allora i multiscafi iniziano a registrare vittorie di pari passo con l’aumento della loro diffusione, fino a “The Race”, la regata intorno al mondo dello scorso anno, vinta da “Club Med”, che completò il percorso di 27.000 miglia in 62 giorni e 6 ore.
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