GRANDE SUCCESSO DEGLI “OCEANS DEFENDERS”: MEGA AZIENDA NEL SETTORE DELLA PESCA NON SOSTIENE PIÙ LA CACCIA ALLE BALENE
Grande successo degli Oceans Defenders: i sostenitori della Campagna Oceani di Greenpeace sono riusciti a fare pressioni sulle aziende che hanno interessi nella caccia alle balene, costringendole a fare marcia indietro. Il tutto grazie una strategia informatica che unisce, alla pressione esercitata da centinaia di migliaia di e-mail, lo sfruttamento dei meccanismi di indicizzazione di Google per aumentare la visibilità delle pagine dei siti delle aziende ittiche.
Gli “Oceans Defenders” hanno inviato oltre 100.000 e-mail a due delle maggiori aziende al mondo del settore ittico, la statunitense “Gortons” e la neozelandese “Sealord”.
Entrambe le aziende sono sostenute totalmente o parzialmente dalla Nissui che, in seguito alla protesta ha annunciato il disinvestimento delle quote che aveva nella Kyodo Sempaku, seconda azienda giapponese della pesca, che a sua volta possiede e gestisce la flotta baleniera.
La Nissui (fornitrice di aziende come la Nestlè, Unilever, Heinz e McDonald in Europa), aveva già perso il mercato del pesce in Argentina dopo che gli attivisti locali di Greenpeace avevano etichettato i suoi prodotti nei supermercati denunciando la relazione con la caccia alle balene e inviando oltre 20.000 e-mail. Di più hanno fatto i cyber attivisti statunitensi riuscendo a far balzare le pagine del sito della Gortons relative alle implicazioni dell'azienda nella caccia alle balene al secondo posto nella ricerca di Google alla voce “Gortons”.
La Nissui ha scelto di disinvestire nell’azienda che gestisce la flotta baleniera invece di porvi fine, ma è egualmente un grande successo, ed una plateale dimostrazione che cacciare le balene è un cattivo affare.
“E’ stato un grande successo degli Oceans Defenders” afferma Alessandro Gianni, responsabile mare di Greenpeace.
Per ulteriori informazioni:
http://oceans.greenpeace.org/it/oceani/caccia-balene/gortons
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